venerdì 11 novembre 2011

Foster Child

Foster Child
In un quartiere povero di Manila vivono Thelma e la sua famiglia. Vengono retribuiti per occuparsi di bambini abbandonati prima che vengano dati in adozione a famiglie benestanti. Per Thelma è arrivato il momento di separarsi da John John.







Recensione di Ronnydaca


Immaginate di crescere un bambino per tre anni, prendervi cura di lui, affezionarvi come se fosse vostro figlio e in seguito immaginate di doverlo affidare a un altra famiglia.

Foster Child, di Brillante Mendoza (Lola, Kinatay), racconta la giornata di Thelma Maglanqui e della sua famiglia a cui vengono affidati, dietro compenso, dei bambini abbandonati, in modo che crescano in un ambiente familiare prima di venire adottati dalle famiglie ricche.
Ad affidarli alle famiglie povere è una fondazione di stampo religioso che gestisce l'orfanotrofio di Manila dove vengono accolti bambini di tutte le età e spesso con problemi di salute.



Thelma Maglanqui è interpretata splendidamente da Cherry Pie Picache, vincitrice, per questo ruolo,  di vari premi in giro per il mondo.
Brava nel rendere naturale la sua "non" recitazione in questo film che è stato girato da Mendoza con un taglio semi-documentaristico con i ritmi che sono quelli della vita filippina, frenetici e claustrofobici se si ripensa alla baraccopoli dove vivono le famiglie più povere e al caos cittadino, ma anche "noiosi" come la preparazione di un pasto, l'espletazione delle più basiche funzioni fisiologiche o il lavaggio di un bambino all'aperto tutto filmato con curiosità ma con un certo pudore.



Soprattutto nella prima parte infatti, Mendoza non riprende ma "spia" letteralmente i suoi personaggi entrando nelle loro vite osservandone il modo di vivere.
La telecamera indugia sui premi vinti da Thelma come madre adottiva temporanea, segue la signora Bianca (Eugene Domingo) nei meandri di quel labirinto buio dagli spazi angusti dove abitano i poveri di Manila, facendoci conoscere gli abitanti di quel dedalo stipati in abitazioni umide e malsane ma che conducono una vita apparentemente felice nonostante le privazioni.

Tutti sono convincenti, reali.
Anche nella seconda parte del film, dove Mendoza ci mostra il grande divario tra quello che possono offrire le famiglie adottive temporanee e le famiglie benenstanti che possono dare possibilità di istruzione e una vita più agiata, si sceglie di non giudicare in modo retorico facendoci conoscere una famiglia adottiva perfetta, non criticabile e impedendoci quindi di provare sensazioni come l'antipatia e la speranza che il bambino rimanga con la donna che lo ha cresciuto.


Foster Child è un film che racconta una realtà, quella delle adozioni temporanee, che ha i suoi lati tristi ma che fa capire quanto di buono ci sia in una istituzione del genere. Mostrandoci una parte di Manila popolata da persone dal cuore grande che scelgono anche se retribuiti di fare qualcosa di buono.

Non c'è melodramma, non si sfruttano trucchi cinematografici per raggiungere l'emotività dello spettatore ma non mancano i momenti di genuina commozione.

Il film ha ricevuto una Standing Ovation alla sessantesima edizione del festival di Cannes.

Consigliato a chi ama scoprire realtà diverse, a chi ha amato Lola e a chi vuole approfondire la pratica delle "pre-adozioni" praticata non solo a Manila.

Nota
I sottotitoli che abbiamo usato per la traduzione erano incompleti e quindi alcune brevi battute risultano mancanti. Tutto ciò non pregiudica la comprensione del film.
Buona visione.


[Sub Ita]

Trailer








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