Pechino, 1953. Chen Shujuan e Lin Shaolong si stanno sposando. Un anno dopo nasce il figlio, soprannominato Tietou (Testa di Ferro). Il partito si propaga ovunque: le fotografie di Mao, gli annunci radio, le visite dal comitato di quartiere. Shaolong muore in un campo di rieducazione; un amico di famiglia, che protegge Shujuan e suo figlio per il senso di colpa verso Shaolong, soccombe alla malnutrizione; i confronti con le Guardie Rosse portano a ingiustizie, prigionia e morte.
Shujuan è sostenuta dall’amore per Tietou, mentre l’aquilone di quest’ultimo incarna la speranza: “Te ne farò un altro”, dice il padre a Tietou; alla fine, Tietou prometterà lo stesso ad un bambino.
Recensione di Anna
The Blue Kite segue le turbolente vicende di madre e figlio, durante gli anni della Rivoluzione Culturale in Cina; ciò che più conta è la riforma, raccontata da Tietou, figlio di un libraio e di un'insegnante.
Nonostante il padre venga accusato dal movimento che lui stesso proclama (maoista), madre e figlio continuano su questa strada. La narrazione del regista si avvale di un ampio arco temporale, che potrà confondere al primo sguardo; Tian è molto critico verso quest'epoca, enfatizzando ancora di più il rapporto tra madre e figlio, elemento portante del film.
Il film è stato pesantemente censurato in patria, nonostante ciò, l'intento di arrivare almeno in occidente è stato pienamente raggiunto.
(versione CHE GUEVARA)
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