Nell'agosto del 1966, in piena Rivoluzione culturale, il tredicenne Tian Ben viene sorpreso mentre ascolta un disco ritenuto osceno. Arrestato, viene spedito in un campo di rieducazione sperduto tra i monti. Il ragazzo, soprannominato Quattrocchi, è costretto insieme agli altri compagni a trasportare letame, fare mattoni e cantare ogni giorno al presidente Mao le sue colpe.
Dai Sijie è l'autore di "Balzac e la piccola sarta cinese", film abbastanza noto anche in Italia e trasposizione di un libro scritto dallo stessa regista.
"China My Sorrow" (Niu-Peng / Chine, ma douleur) risale a diversi anni prima ma affronta lo stesso tema: il confino, la rieducazione durante la Rivoluzione culturale. Esperienza realmente vissuta da Dai Sijie, figlio di borghesi reazionari, costretto tra il 1971 e il 1974 a vivere in un campo tra le montagne cinesi.
E lo affronta in maniera differente. Più asciutta, realistica, sincera. Denunciando con questa piccola storia, mai pesante nel suo svolgersi, l'assurdità dell'ideologia cieca.
(versione 702)
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