domenica 9 ottobre 2011

Treeless Mountain

Treeless Mountain
Jin e Bin vivono in un piccolo appartamento di Seul con la madre che un giorno decide di affidare le figlie alla cognata mentre cerca di rintracciare il padre delle bambine che l’ha abbandonata. La zia però non è in grado di prendersi cura di loro con amore e si disinteressa delle nipoti lasciandole a volte anche sole per andare a bere. Le bambine attendono con speranza il ritorno della mamma.



Treeless Mountain
Recensione di Fabiojappo
Quando si parla di film del genere, con il tema dell’abbandono di bambini, il pensiero va subito a “Nobody Knows” (uno dei miei film preferiti).

“Treeless Mountain” racconta una storia più “ordinaria” (bambini che pagano problemi fra genitori e vengono “parcheggiati” da parenti), è meno intenso del capolavoro del grande Koreeda, ma ha una simile delicata forza nel descrivere la quotidianità, i dettagli, la vita reale in maniera poetica.

Un modo, un tocco che si può definire pudico nell’affrontare soggetti e problematiche di questo tipo, senza sfruttare furbescamente l’infanzia, che sembra avere solo il cinema asiatico.
Treeless Mountain
Così fa Kim So Yong, al suo secondo lungometraggio dopo “In Between Days”. La regista realizza infatti un film asciutto ad altezza di bambino (gli adulti sono spesso fuori dalle inquadrature) e privo di troppo sentimentalismo. Anche grazie all’assenza di musica fino ai titoli di coda accompagnati da un bel brano degli Asobi Seksu (Layers).

Asciutto, ma non arido. La storia delle sorelline certo coinvolge. L’attesa del ritorno della madre su un cumulo di terra e sassi, dove “piantano” un ramo secco e dal quale è possibile vedere la fermata dell’autobus, è toccante. Così come il modo in cui le bambine cercano, vendendo cavallette grigliate, di guadagnare monete per il salvadanaio a forma di maialino che la madre ha lasciato loro con la promessa di tornare “quando sarà pieno”.

Treeless Mountain
L’attenzione si concentra tutta sulle piccole protagoniste con la regista che insiste con primi piani delle meravigliose bambine. A me hanno ricordato un po’ le sorelline di “Totoro”.  Ne viene fuori un delicato ritratto sulla resilienza dei più piccoli. Sul coraggio, la speranza dei bambini. Un bellissimo film.



(versione Bluntrola)
[Sub Ita]
Trailer


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