giovedì 6 giugno 2013

Fuga

Ricardo, un musicista mediocre e senza talento, intraprende un viaggio alla ricerca di Eliseo Montalbán e della sua incompiuta creazione musicale.




Recensione di Fabiojappo

Il regista cileno Pablo Larrain, classe 1976, è diventato negli ultimi anni uno degli autori più apprezzati grazie a un notevole trio di film: "Tony Manero", "Post Mortem" e l'ultimo "No" che è stato sicuramente tra i più belli del 2012. Riscoprire dunque questo suo esordio risalente al 2006,  sconosciuto ai più, offre dunque la possibilità di scoprire la prima manifestazione di un talento ormai riconosciuto.  Un viaggio tra creazione, musica, follia, tragedia che presenta qualche imperfezione nello sviluppo del racconto ma anche degli ottimi momenti. Molto apprezzabili alcune scene in cui si manifestano i problemi del protagonista, per esempio quando sogna-immagina l'attacco dei pianoforti che distrugge in una sequenza dalla grande forza.
Da segnalare la buona prova di Benjamín Vicuña (tra gli interpreti anche della serie "Profugos" ideata da Larrain) convincente nel ruolo del musicista intrappolato nella sua musica e in un passato segnato da una tragedia e di Alfredo Castro, attore feticcio del regista, qua in un ruolo piuttosto particolare.



(versione 700)




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