venerdì 23 settembre 2011

The Convert

Rohani e Rohana, due sorelle di religione musulmana, scappano di casa per sfuggire ai maltrattamenti del padre. Si trasferiscono nella città di Ipoh e vanno a vivere da sole in una villa abbandonata di un’amica della madre, da poco scomparsa. Lì vicino abita Brian, un giovane insegnante cattolico non praticante, che rimane impressionato dai loro modi di fare, dalla loro fede.


Recensione di Fabiojappo
“I hope my films are more evocative than provocative”. In Rete si trova questa frase di Yasmin Ahmad e penso che “evocative” sia davvero uno degli aggettivi migliori per descrivere il suo cinema. Vale soprattutto per "Mukhsin",  il film che preferisco della regista malese, ma credo un po’ anche per “The Convert” (Muallaf). Un film che va colto e non meditato, senza fermarsi a pensare e a discutere di incongruenze e di teologia a fine visione. Soffermarsi sulla presenza della religione (nel film si citano tra l’altro il Corano, Sant’Agostino e Lao Tzu), tacciarlo di intento catechizzatore come ho letto da qualche parte, vuol dire perdersi la piacevole semplicità di questa piccola storia (non di conversione, semmai di riconciliazione) che Yasmin Ahmad tratteggia con grande abilità.


E insieme a quel tocco di semplicità, unico, marchio di fabbrica della regista malese, anche perdersi la freschezza, la leggerezza, la simpatia – nonostante il film sia in parte anche drammatico – che si riassumono perfettamente nel volto di Sharifah Amani.  Attrice presente in quasi tutti i film di questa storyteller purtroppo scomparsa prematuramente (nella foto Yasmin Ahmad, 1958-2009).




(versione cowry)

Trailer

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