sabato 24 settembre 2011

Le trou

Nel 1947 nel carcere della Santé, quattro detenuti decidono di sottrarsi al processo tentando l'evasione attraverso i sotterranei della prigione. Ma tra di loro arriva Gaspard, a causa di un cambio di cella, incarcerato per aver tentato di uccidere sua moglie.
I quattro decidono di metterlo al corrente del loro piano e Gaspard accetta di fuggire con loro.




Recensione di Fabiojappo
Il rumore dei colpi per cercare di scavare un buco, per cercare la libertà. Non c’è musica in questo grande film di Becker. La colonna sonora la fanno quei colpi, in lunghe scene, fisse, che seguono dettagliatamente le mosse del gruppo che vuole evadere. Ottima caratterizzazione dei personaggi, interpreti tutti praticamente perfetti e una regia sublime. Indimenticabile l’inquadratura dell’esterno della cella attraverso lo spioncino e il piccolissimo specchietto legato a uno spazzolino che i prigionieri usano per controllare la situazione. Finale che lascia il segno. Zona capolavoro.

 Commento di Ronnydaca
Ci sono film che ti entrano dentro e non vanno più via.
Scritto da José Giovanni, ispirato dalle gesta di Jean Keraudy, che interpreta Roland Darbant, Becker dirige un'opera claustrofobica e tesissima.

Le trou è uno dei tanti film che veniva proiettato alla "Cinémathèque", un luogo dove venivano fatti vedere quei “film maledetti”, secondo la definizione di Jean Cocteau, che per il fatto di disprezzare ogni regola, di essere “uno sgambetto al dogma”, erano diventati letteralmente invisibili. (fonte Wikipedia)




Gran parte del merito per la sua valorizzazione quindi va a quegli autori come François Truffaut e Jean-Luc Godard tra gli altri, che fondarono quel movimento chiamato "Nouvelle Vague".

La prima volta che lo vidi avevo otto anni. Era uno di quei film che venivano trasmessi da rete 4 in seconda serata ed è uno dei tanti che ho visto in compagnia dei miei genitori pur essendo troppo piccolo per poterlo fare.
Lo vidi, già cominciato, dal momento del controllo sul cibo che veniva portato alla prigione dai parenti dei detenuti. Rimasi folgorato per quella scena brutale e umiliante dove una guardia con noncuranza tagliava salami e distruggeva budini per controllare che non ci fossero oggetti nascosti. A quell'età non sapevo nemmeno cosa volesse dire "umiliante" ma ne percepivo le sensazioni grazie all'interpretazione di Marc Michel (Claude Gaspard).

L'andamento lento, gli ambienti chiusi, bui e stretti mi creavano angoscia ma non riuscivo a staccarmi dal video. Solo anni dopo lo rividi dall'inizio, potendo godere della meravigliosa scena dove i detenuti, a turno, cercavano di sfondare il pavimento della cella per poter accedere ai sotterranei della prigione.

Nel film ha una piccola parte anche Catherine Spaak che interpreta la cognata di Gaspard.
Ma non è l'unico volto noto. Uno dei personaggi più importanti infatti è interpretato da Philippe Leroy (Manù Borrelli), un attore con un curriculum interessante che ha lavorato spesso nel nostro paese alternando partecipazioni a film di rilievo ad altre meno pregevoli. Negli ultimi venticinque anni ha recitato in molte serie televisive italiane tra cui "Elisa di Rivombrosa" e "Don Matteo".

Jacques Becker
Il buco è l'ultimo film di Becker (1960) che merita di essere menzionato per almeno altri due titoli di indiscusso valore.
Casco d'oro del 1952 con una meravigliosa Simone Signoret e Grisbì del 1954 con il monumentale Jean Gabin.
Curiosità: ha diretto anche un film, di scarso successo, sulle "avventure di Arsenio Lupin" dove compare una giovane Sandra Milo.

Ringrazio l'utente elgrembiulon di Asianworld per la revisione.

N.B
Il film è uscito in Italia e viene trasmesso periodicamente in televisione ma non esiste un'edizione dvd italiana.

(Versione Ieoia)

Trailer



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